I consigli di amministrazione di Mizrahi Tefahot e di Union Bank (Bank Igud) hanno raggiunto un accordo per l’acquisizione della seconda da parte della prima. La firma dell’accordo, che dovrà essere approvato dalla banca centrale e dall’Autorità per la concorrenza, da corso all’accordo preliminare che era stato annunciato 4 mesi fa.



Secondo l’accordo, Bank Igud è stata valutata 1.4 miliardi di sheqel non distante dal valore di capitalizzazione in borsa. L’accordo prevede che Bank Igud distribuisca ai propri soci un dividendo di 100 milioni di sheqel prima dell’attuazione della fusione. In seguito Mizrahi Tefachot acquisterà effettuerà uno scambio d’azioni di fatto senza esborso di contante, ed offrirà di acquistare il 25% della banca flottante in borsa per scambio azionario, quindi nuovamente senza esborso.
Al termine dello scambio azionario, gli attuali proprietari di Bank Igud si troveranno a possedere il 9% delle azioni di Bank Mizrahi Tefahot.

La valutazione in base alla quale verrà svolta l’operazione comporterà un capital gain di circa 900 milioni di shaqel per Mizrahi.

Se l’autorizzazione della autorità di vigilanza per il settore bancario è data per scontata, quella dell’autorità antitrust non lo è affatto. Se Hedva Ber ha più volte espresso l’opinione che sia necessaria una banca che si possa porre in concorrenza al duopolio Leumi-Hapoalim, sia il Ministro delle finanze Moshe Kahlon che quello dell’industria Eli Cohen hanno in passato espresso perplessità riguardo la riduzione degli istituti di credito sul mercato, con riduzione quindi della competizione.

Neppure i sindacati paiono molto accondiscendenti, dato che Mizrahi ha intenzione di assorbire poco più della metà dei dipendenti di Bank Igud. Ci sono da aspettarsi scioperi e battaglia legale a riguardo.



Di Edoardo