L’esercito israeliano ha condotto dei test per verificare l’usabilità della tecnologia di Iron Dome per proteggere obiettivi collocati in mare. Durante l’ultima ondata di missili lanciati da Gaza verso Israele nel estate 2014, infatti, i gruppo terroristici gazawiti tentarono di colpire le piattaforme petrolifere israeliane.



Sin da allora, è stato chiaro che fosse necessario adattare la tecnologia alla base di Iron Dome per difendere strutture collocate in mare. Il test condotto nei giorni scorsi ha visto una batteria collocata a bordo del vascello Lahav della marina militare israeliana intercettare missili lanciati singolarmente ed a raffiche, dimostrando quindi la sua efficacia anche in questo contesto.

Il successo del test non è importante solo per la difesa delle strutture israeliane, ma apre anche un nuovo potenziale mercato per l’esportazione della tecnologia.

Parti della tecnologia sono state vendute in Canada ed un contratto sta per essere siglato col governo inglese per vendere l’intero sistema a protezione delle isole Falkland nel sud dell’Atlantico, ma questi contratti sono ben lontani dalle aspettative che si erano create all’indomani dell’estate 2014 quando l’efficacia della tecnologia era stata provata di fronte agli oltre 8000 missili lanciati dalla striscia Gaza.

La possibilità di installare queste batteria su battelli militari o su strutture permanenti nel mare offre una nuova opportunità di esportazione verso tutti i paesi che si trovano in condizioni simili a quelle israeliane.



Di Edoardo