Fino ad un paio di settimane fa Uber in Israele non era distinguibile da Gett, entrambe offrivano il proprio servizio tramite i normali Taxi ed Uber era quasi inesistente. Solo la sera autisti privati potevano offire il proprio servizio tramite la piattaforma di Uber.
Questo è cambiato un paio di settimane fa quando il colosso americano ha deciso di aprire agli autisti privati anche nelle ore diurne, di fatto innescando uno scontro frontale con le leggi israeliane.
L’associazione dei tassisti ha, infatti, immediatamente richiesto al tribunale un’ingiunzione che imponesse all’azienda di bloccare i servizi UberDAY ed UberNIGHT. Il tribunale ha infatti contestato i termini entro i quali il servizio viene offerto.
Uber aveva concordato col Ministero delle Finanze dei limiti alle ore di “lavoro” ed alle tariffe di ogni autista in modo che questi ultimi non potessero guadagnare più della ragionevole usura del mezzo, di fatto eliminando il concetto di attività commerciale.
Il giudice ha invece ritenuto che anche in presenza del limite alle ore di guida ed alle tariffe, il servizio si configuri come commerciale e come tale soggetto alle leggi sul trasporto pubblico.
Proprio riguardo questo aspetto Uber combatte nei tribunali di mezzo mondo contro le amministrazioni pubbliche (che si vedono aggirate nella regolamentazione del settore e private delle tasse derivate dalle licenze) e le organizzazioni dei Tassisti (che si vedono “rubare” i clienti).
Un’ulteriore contestazione mossa dal tribunale è che le polizze assicurative stipulate dai conducenti non siano adeguate al tipo di servizio e lascino i passeggeri non coperti in caso di danni.
Il giudice, inoltre, ha criticato l’ufficio del Procuratore Generale per non aver espresso la propria opinione riguardo la legittimità del servizio.